Il Consiglio di Zona 4 di Milano ha voluto celebrare la Giornata della Memoria proponendo uno spettacolo che prende spunto da "l'Istruttoria" di Peter Weiss, ponendosi come staffetta tra i pochi testimoni ancora in vita e le nuove generazioni, affinché non siano perse le loro parole.
Parole, poche che bastano a comprendere l'orrore, espressioni intense di volti che parlano più della voce, ieri sera hanno tenuto il pubblico in rigoroso silenzio, fino alla declamazione della sentenza, assurda, ma forse anche logica; mancanza di prove, sostanzialmente, contro gli imputati: mancanza di cadaveri, di autopsie, della possibilità di stabilire cause di decessi e relative responsabilità. E così ancora c'è chi nega che tutto sia accaduto. Ma allora le parole, o i silenzi, di chi ha vissuto sulla pelle sua e dei suoi cari una realtà che ci viene raccontata agghiacciante e quasi impossibile da immaginare, erano forse quelle un romanziere dalla fantasia illimitata e infaticabile?
Ho provato a scattare qualche fotografia, ma quasi subito mi sono arresa. La voglia di ascoltare, di entrare in ogni singola immagine evocata, non certo per immedesimarmi, sarebbe impossibile, ma per conoscere un po' di più, era di gran lunga superiore alla mia passione per lo scatto. Quindi solo qualche fotografia di inizio spettacolo, e niente più. Ho vissuto l'attimo senza lente. E' ancora dentro di me. Ricordiamo. Ogni giorno. Perché l'orrore non si ripeta, nelle mille forme che può assumere in ogni attimo della vita quotidiana. (In scena: l'Associazione Teatrale Tangiro, diretta da Roberto Cajafa.)
Ricordiamo.
Ogni giorno.
Perché l'orrore non si ripeta,
nelle mille forme
che può assumere
in ogni attimo
della vita quotidiana.
Ricordiamo.
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